Contro il Dpcm firmato domenica scorsa dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, si è sollevato il grido unanime di ristoratori, esercenti, cuochi, pasticceri, camerieri, baristi ed altri lavoratori che, insieme ai rappresentanti dell’associazione di categoria Unimpresa – Assoesercenti di Catania, guidati dal dott. Salvo Politino, si sono ritrovati oggi pomeriggio in piazza Università, dove è partita una protesta pacifica, in linea con il resto di Italia, organizzata dagli operatori del settore Pubblici Esercizi, contro la limitazione dell’orario di chiusura alle 18.00, in un primo momento fissato alle 23.00.
“I lavoratori del settore in questi mesi, con estremi sacrifici – dicono – sono riusciti comunque ad organizzarsi nel rispetto delle norme, con molteplici investimenti e adesso tutto questo non può cadere nel vuoto”.
Molti di loro, infatti, a causa dell’inaspettata restrizione dell’orario di chiusura, sono stati costretti ad abbassare le saracinesche.
“Questo ultimo provvedimento mette in ginocchio l’intera categoria – sostiene Salvo Politino, presidente di Unimpresa Sicilia – che ha già pagato a caro prezzo la pandemia da COVID-19, prima con il lockdown di marzo, poi dovendo adeguare spazi e locali alle normative previste per la prevenzione del contagio (dispositivi di sicurezza, disinfezione, sanificazione e riduzione dei coperti), ed ora vedendo ridotto, in maniera drastica, il proprio orario di lavoro.
Chiudere alle 18.00 per un locale pubblico – prosegue Politino – significa, in pratica, subire un nuovo lockdown: ricordiamo che solo l’annuncio e i timori di una nuova stretta sui pubblici esercizi hanno fatto perdere, nei giorni scorsi, alle nostre imprese il 20% del fatturato, percentuale che con la chiusura alle 18.00, arriverà al 80% nei prossimi 30 giorni”.